Giovani e Lavoro
PAIM: una risposta al disagio del “non sapere dove andare”
Negli ultimi anni, Fondazione Famiglia Materna – come altri enti del territorio impegnati nel reinserimento socio-lavorativo – ha intercettato un bisogno sempre più urgente che riguarda i giovani e le loro famiglie.
Parliamo di ragazzi e ragazze che faticano ad affrontare il passaggio dalla scuola al lavoro. Spesso sono ancora minorenni, hanno assolto l’obbligo scolastico ma si trovano in una situazione di “vuoto”: non studiano, non lavorano e rischiano di restare ai margini fino alla maggiore età o a un eventuale ritorno sui banchi. Questi periodi di sospensione, in cui il sistema non li riconosce e non li accompagna, generano frustrazione, apatia e una crescente distanza dalle istituzioni.
In altri casi si tratta di neo-diplomati con fragilità psicologiche, cognitive, emotive o sociali – ragazzi con certificazioni, ma anche giovani che semplicemente si sentono sopraffatti dall’ansia da prestazione. Terminato il percorso scolastico “protetto”, si trovano spesso impreparati ad affrontare da soli la realtà del mondo del lavoro, specialmente se la famiglia non riesce a sostenerli pienamente.
Ci sono infine giovani persone già adulte, tra i 20 e i 35 anni, che da tempo hanno concluso gli studi ma non riescono a trovare una collocazione stabile. A volte il problema non è tanto trovare un lavoro, quanto riuscire a mantenerlo: la mancanza di alcune competenze trasversali (le cosiddette soft skills) può portare a una serie di insuccessi, alimentando un circolo vizioso che mina l’autostima e, nei casi più difficili, sfocia nel ritiro sociale.
Per rispondere a questi bisogni è nato PAIM – Percorsi Accompagnati d’Ingresso al Mercato del Lavoro, un progetto pensato per giovani con esperienze di vita complesse. PAIM è realizzato in partnership con l’Istituto di Formazione Professionale Alberghiero e FM Impresa Sociale srl.
Il progetto è aperto a giovani seguiti dai servizi sociali, ma anche a quelli segnalati da scuole, enti del Terzo settore e altri progetti territoriali. Finora ha coinvolto 18 ragazzi e ragazze.
La forza di PAIM sta nell’approccio personalizzato: ogni partecipante è seguito in modo continuo da una tutor specializzata su questo target d’età, con un’attenzione particolare sia allo sviluppo di competenze professionali sia alla crescita personale. I primi passi si sono mossi in un laboratorio di cucina, dove i ragazzi hanno potuto ottenere certificazioni (come HACCP e sicurezza sul lavoro) e partecipare a incontri di gruppo orientati alla consapevolezza di sé.
La cucina ha rappresentato una palestra in cui mettersi alla prova e costruire le basi – fiducia, motivazione, costanza – per scegliere poi con maggiore consapevolezza il proprio percorso, anche al di fuori dell’ambito della ristorazione.
Non si è trattato solo di cercare lavoro, ma di iniziare a progettare una vita autonoma.
PAIM si sta rivelando uno strumento prezioso per il nostro territorio: risponde concretamente a un bisogno reale e crescente tra i giovani più fragili. Il progetto si è concluso a fine maggio, ma sono già numerose le richieste arrivate per poterne attivare una nuova edizione.