Un bene che permane

Dopo cento anni di storia di Famiglia Materna, nessuno si sarebbe immaginato un avvenimento epocale come quello che ci ha investito; eppure anche dentro questo senso di  disorientamento, che allontana il nostro primo strumento di lavoro: “la relazione”, ci siamo potuti ripensare per dare nuova forma e spessore nel fare compagnia e dare conforto e aiuto alle persone che ci sono affidate. Vogliamo condividere con voi un prezioso contributo dell’equipe del servizio “Vivere insieme/Aurora” che ben testimonia questo bene che permane.

Con gratitudine,

Rossano Santuari

“La solitudine è sofferenza maledetta non quando si è soli ma quando si ha il sentimento di contar niente per nessuno”. (Enzo Bianchi)

In queste settimane tutte noi abbiamo vissuto dei momenti di impotenza e inadeguatezza nei confronti delle ospiti del servizio Vivere Insieme.

Ci siamo quindi interrogate rispetto al nostro ruolo in questo delicato periodo: cosa possiamo fare per le donne accolte? Come possiamo dimostrare la nostra vicinanza? Come possiamo essere per loro “compagnia” proprio in questo momento nel quale la solitudine si fa più presente e diventa ancora più difficile da affrontare?

In un momento dove tutto è sospeso anche la relazione si trasforma e diventa evidente nel senso più profondo del termine: non attraverso azioni, accompagnamenti e aiuti concreti ma attraverso  noi stesse, con le nostre caratteristiche, la nostra professionalità e i nostri limiti in una relazione di reciprocità.

La situazione che stiamo vivendo ci ha costrette a interrompere “il fare” a favore dell’ “essere” e del “riflettere” in primo luogo tra di noi ma anche con le ospiti del nostro servizio.

Ed ecco che, come scrive Enzo Bianchi in questo tempo di sospensione e attesa ci è chiesta una particolare capacità di attenzione e sensibilità nel farci sentire “vicine”, nella distanza forzata di questo momento, nel far sentire le nostre donne “pensate”.

Quotidianamente telefoniamo alle donne accolte per un semplice saluto, per cogliere eventuali bisogni e accogliere momenti di sconforto o piccole vittorie e conquiste proprie e dei propri figli. Proprio per garantire loro dei momenti di conforto e, cercando di mantenere il più possibili regolari i rapporti già presenti, ci siamo attivate affinché anche  percorsi psicologici interni potessero proseguire. Ad oggi quindi, le donne che lo desiderano possono fissare dei colloqui telefonici con la psicologa che al momento sta proseguendo la presa in carico di quattro ospiti del nostro servizio.

Siamo rimaste colpite nel vedere come loro apprezzano la nostra chiamata utilizzando questo tempo non solo per dirci quello che stanno facendo ma per raccontare come stanno e sapere come stiamo noi e le nostre famiglie, facendoci sentire “pensate” a nostra volta.

Anche se non possiamo essere concretamente utili e fisicamente presenti, rimaniamo per le nostre ospiti punto di riferimento e paragone in un clima di prossimità e rispetto, ricordandoci ancora una volta che vogliamo essere per loro una Famiglia, in un’atmosfera di bontà e speranza!

L’Equipé del servizio Vivere Insieme

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